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Non convince Ferilli nel ruolo di sindaco

Sabrina Ferilli, in Rimbocchiamoci le maniche, in onda su Canele 5, interpreta ancora una volta lo stesso personaggio, ossia la donna del popolo che deve lottare contro ogni tipo di avversità. In questa nuova produzione viene eletta sindaco di una cittadina del centro Italia dopo essere diventata capopopolo di una riscossa sociale per far valere i propri diritti...

Parole chiave: Rimbocchiamoci le maniche (1)
Non convince Ferilli nel ruolo di sindaco

Sabrina Ferilli, in Rimbocchiamoci le maniche, in onda su Canele 5, interpreta ancora una volta lo stesso personaggio, ossia la donna del popolo che deve lottare contro ogni tipo di avversità. In questa nuova produzione viene eletta sindaco di una cittadina del centro Italia dopo essere diventata capopopolo di una riscossa sociale per far valere i propri diritti, cominciando dal difendere il suo posto di lavoro di operaia in una fabbrica tessile. La prima cittadina si deve misurare con le incombenze e le pressioni che agitano la vita amministrativa del municipio. Le fanno corona il beniamino delle telespettatrici, Sergio Assisi che interpreta l’ex marito del sindaco, con il suo inconfondibile accento meridionale; il giovane emergente David Coco e il sempre affasciante Andrea Giordana. Con un cast del genere e una trama così impostata non ci si può aspettare null’altro che l’ennesimo romanzo dal lieto fine. Una storia approssimativa narrata in prima persona dalla voce fuoricampo della stessa protagonista dove a valere sono sempre i sentimenti. Così fanno bella mostra di sé i soliti luoghi comuni: la burocrazia, l’inefficienza, il clientelismo, le questioni passionali difficili da ricomporre e al limite della verosimiglianza. Angela Tusco, a capo del Comune di Offidella, è la nuova “santa patrona” alla quale tutti chiedono ogni tipo di grazia e lei, da vera eroina, è capace di fare i miracoli in cui tutti speravano ma che nessuno riteneva possibili.
La Ferilli è la versione caciarona e pessimamente aggiornata ai giorni nostri del grande mito di Sofia Loren, interprete della forza di volontà di tutte le donne del popolo nel periodo post-bellico. Peccato che il regista Stefano Reali non abbia saputo approfittare del tema dell’impegno delle donne in politica per affrontare una questione così importante con uno sguardo più profondo e impegnato. Finora i telespettatori hanno sempre preferito altre proposte a questa piccola saga italiana, non da ultima la fiction sul dramma degli immigrati a Lampedusa. Un segnale che al pubblico interessa non solo vedere storie leggere, ma anche rimanere nell’attualità attraverso programmi ben fatti ma non per questo pedanti. Le fiction di Mediaset restano sempre un passo indietro rispetto a quelle della Rai, sanno ancora di fotoromanzo, mentre ormai i gusti sono cambiati. Molto meglio che i dirigenti di Canale 5 si rimbocchino un po’ le maniche per proporre prodotti di più alto livello.

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