Una lunga vita alla ricerca dei perché

Un racconto personale, generoso di particolari. Svela subito le sue carte Piero Angela quando presenta la sua ultima pubblicazione, che poi è la sua prima biografia: Il mio lungo viaggio. Giornalista, scrittore, educatore, volto noto del piccolo schermo, autore di programmi televisivi di successo: ha fatto innamorare della scienza gli adulti meno affezionati alla materia. Complice la sigla del celebre programma Super Quark, arrangiamento dell’Aria sulla quarta corda di Bach, a fare da sottofondo alle serate di numerosi italiani.
Nato nel 1928, testimone oculare di due secoli, stavolta non accompagna il lettore tra le immagini di chissà quali scoperte scientifiche o curiosità del passato. L’avventura in primo piano è la sua vita: novant’anni di storie vissute “dietro le quinte”. Con un sottile fil-rouge a tenere annodati ricordi, aneddoti, riflessioni sul futuro che riempiono le pagine della pubblicazione: il desiderio di sapere, la passione di scoprire sempre qualcosa di nuovo, l’indole di trasferire la conoscenza in maniera chiara e comprensibile (aspetto che sempre ha affascinato di Piero Angela). “Una delle prime occasioni di avvicinarmi alla scienza la ebbi quando mi regalarono l’Enciclopedia dei ragazzi, dieci bei volumi con un mobiletto contenitore – rivela tra le righe l’autore –. Il mio volume preferito, il più consunto, era quello dei Perché?. Probabilmente lì è nato il piacere di capire”.
Divulgatore televisivo con la capacità di muoversi agevolmente tra i temi più disparati – dalla biologia alla psicologia, dalla fisica alla tecnologia, fino all’astrofisica – si narra con semplicità. È come se rispondesse, a cuore aperto, alle domande che i suoi lettori e spettatori vorrebbero formulargli. In merito alla giovinezza vissuta in un’Italia ormai scomparsa: un Paese quasi senza automobili né supermercati; dove il ghiaccio arrivava su carri trainati da cavalli e il latte si acquistava dalla lattaia; alle prese con la Seconda Guerra mondiale, i bombardamenti, il razionamento del cibo, le notti trascorse nei rifugi. Fino al giorno, indimenticabile, della Liberazione e il ritorno alla normalità.
I capitoli sono venti e scorrono piacevolmente: si soffermano sulla figura del padre (medico in una clinica psichiatrica), sulla formazione scolastica e universitaria (frequentò ingegneria), sull’amore per la musica e il pianoforte, sull’approdo in Rai come presentatore, sui periodi trascorsi all’estero come cronista da Parigi e Bruxelles. Informazioni che, messe insieme, dipingono il quadro di un uomo pacato nei modi e corretto tanto nelle relazioni umane quanto in quelle lavorative.