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Lezioni sul senso del penultimo

Idalgo Carrara
La polvere bianca
(Il penultimo paradosso)
QuiEdit - s.l. - s.d.
pp. 266 - s.i.p.

Parole chiave: Angelo Zambaldo (1), La polvere bianca (1), In libreria (40), Libri (38)
Lezioni sul senso del penultimo

Sin dalla copertina evoca le proprie origini nella frazione nogarese di Brancon il più recente volume di Idalgo Carrara dal titolo solo apparentemente enigmatico La polvere bianca (Il penultimo paradosso), pubblicato per i tipi di QuiEdit. Vi si trovano raccolti in trentaquattro brevi capitoli altrettante lezioni che lo psicanalista e counselor ha tenuto a Verona e provincia lo scorso anno. Vengono affrontati i temi fondamentali dell’esistenza umana, tra cui la vita, la morte, la paura, l’odio, l’amore, l’angoscia, con un’attenzione peculiare al rapporto tra pensiero e parola. Questioni esaminate – come afferma l’autore nell’Introduzione – sotto l’aspetto psicoanalitico, poetico e dal senso umano della vita “che è religioso, o non è”. Carrara dichiara subito senza reticenze o infingimenti la sua linea che, accanto ai suoi maestri, trova – ultimo e primo – Agostino d’Ippona.
Sono ampiamente presenti Freud e Lacan, ma anche Leopardi e Petrarca, in una visione antropologica sempre permeata e avvolta dal cattolicesimo (si veda, per esempio, il fondamentale capitolo “Essere donna, essere uomo, nei confronti del sacro”). Temi esistenziali e filosofici intriganti nei quali traspare l’ampio orizzonte culturale di Carrara, al quale – da abile e accattivante conferenziere qual è – va dato il merito di saper rendere con adeguata semplicità, scevra tuttavia da semplificazioni eccessive e banalizzazioni, argomenti non certo agevoli, quali la vocazione, la colpa, l’ateismo contemporaneo, la nevrosi, solo per citarne alcuni.
Riguardo alla condizione di libertà dell’uomo Carrara scrive: “Essere liberi non vuol dire impostare la vita nella sicurezza (L’uomo, diceva Freud, baratta la propria felicità per un po’ di sicurezza) riducendo al minimo i rischi e non affrontando esperienze nuove. Ma per vivere veramente, c’è da lasciare il noto per l’ignoto, abbandonare la certezza per l’incertezza. In genere si ha paura del nuovo quando si è insicuri, quando non ci si sente all’altezza delle proprie possibilità, quando si sta morendo dentro. La vita è interessante quando la si vive con coraggio, percorrendo spazi nuovi sconosciuti, e quando si è sazi bisogna cercare il cambiamento […]. Quando si è sicuri dentro si affronta qualsiasi cosa fuori. Insomma bisognerebbe essere curiosi e spontanei”, suggerisce lo psicanalista.
In una sorta di appendice del volume sono riportati alcuni interventi scritti da Carrara e pubblicati su testate locali nonché alcune recensioni apparse sulla stampa della sua precedente fatica Or volge l’anno, edita nel 2016.
Dichiarando esplicitamente il presente come “penultimo contributo” non resta che attendere di poter leggere il compimento dei suoi scritti editi.

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