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Interviste impossibili a 21 consacrati famosi

Laura De Luca e Vito Magno (a cura di),
Domande e Provocazioni. Interviste impossibili a fondatori e pionieri della vita consacrata,
Libreria Editrice Vaticana,
pp. 312, euro 16

Interviste impossibili a 21 consacrati famosi

Il 2015 è l’anno che la Chiesa ha dedicato alla celebrazione della vita consacrata, per esaltare la testimonianza e l’esempio di coloro che, radicalizzando la scelta evangelica, si sono posti alla sequela di Gesù, prendendo i voti religiosi. Per l’occasione, sulla scia della fortunata formula radiofonica delle interviste impossibili, Laura De Luca e Vito Magno hanno realizzato un testo molto accattivante che, avvalendosi della bravura di illustri autori, propone venti dialoghi immaginari e uno reale (quello di Vito Magno con Madre Teresa di Calcutta, avvenuto due mesi prima della morte della suora) con fondatori di ordini religiosi e personalità ecclesiastiche di ogni epoca, che hanno lasciato una traccia profonda nella storia. Il volume risulta di piacevole lettura e da esso si possono trarre informazioni interessanti, spunti di riflessione e insegnamenti significativi che, pur provenendo da contesti storico-sociali per lo più lontani, si presentano ancora oggi di una sorprendente attualità. Gli studiosi (scrittori, giornalisti, drammaturghi), che si sono impegnati in questo non facile compito di “riportare in vita” grandi personalità religiose di un tempo, sono riusciti a gettare un ponte tra passato e presente. Senza fare concessioni alla fantasia e all’invenzione, consultando con rigore le fonti e mantenendo una fedeltà storica allo spirito del tempo e di ognuno dei personaggi “intervistati”, gli autori hanno saputo rendere davvero vivide le figure con cui hanno immaginariamente interloquito, attualizzando il messaggio che scaturisce dalla loro fulgida esperienza. Ciò è sottolineato nella prefazione dal cardinale De Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, che scrive: “Le opere dei ventuno consacrati che prendono la parola attraverso la fantasia dei loro intervistatori rispecchiano bisogni e sensibilità delle rispettive epoche storiche, e sono talmente importanti ed efficaci da resistere nei secoli e giungere fino a noi nella loro freschezza”. Maricla Boggio ha incontrato Agostino; Laura De Luca ha rivolto le sue domande a Benedetto da Norcia, Giovanna D’Arco, Bernadette Soubirous, Francesca Saverio Cabrini, Conchita Cabrera de Armida, Agostino Gemelli, Edith Stein; Vito Magno ha intervistato Annibale Maria di Francia e, realmente, Madre Teresa di Calcutta; Giuseppe Manfridi ha dato voce a Bruno di Colonia; Lucetta Scaraffia a Ildegarda di Binden; a Franco Cardini si deve il colloquio con Francesco d’Assisi; Riccardo Medici ha interrogato Antonio di Padova; Lucie Maravcova, Agnese di Praga; Giuseppe Zito ha interloquito con Ignazio di Loyola, Michele di Martino con Teresa d’Avila; Giuseppe Costa ha incontrato Giovanni Bosco; Aurelio Fusi ha colloquiato con Luigi Orione; Walter Lobina ha fatto parlare Giacomo Alberione e, infine, Joseph Kolacek ha interpellato Antonin Zgarbik. Ci soffermiamo sull’intervista fatta da Vito Magno a Madre Teresa perché essa è l’unica reale e, per questo, particolarmente rappresentativa (la qual cosa nulla toglie alla suggestività di tutte le altre). Magno incontrò la suora missionaria due mesi prima della sua morte e dalle risposte che ella dette alle domande emergono i tratti della sua personalità e della sua fede, grazie ai quali ella è diventata un simbolo vivente di carità: la certezza che l’amore vicendevole è una via di pace, di gioia e di unità; la Comunione e la preghiera intese come forza propulsiva che permette di seguire le orme di Gesù; la fiducia nella Provvidenza, che fa superare ogni difficoltà; la centralità di Cristo, che i religiosi devono custodire per poi “irradiarla” nel mondo. Nell’introduzione al volume, padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, afferma: “Ci piace immaginare che, così come i consacrati hanno provocato rivoluzioni epocali i cui frutti sono ancora freschi nella vita della Chiesa nonostante il trascorrere del tempo, volentieri si sarebbero sottoposti alle provocazioni degli uomini e delle donne di oggi”.

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