Editoriale di Mons. Zenti
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La scuola un patrimonio da valorizzare

Carissimo/a amico/a,         
di qualunque età che stai per varcare le soglie della scuola! Auspico che il tuo stato d’animo non sia corrucciato come davanti a un evento increscioso inevitabile. Benché non si possa pretendere che tu, ancora immerso nel nirvana delle vacanze, acceda con spasimo e allegria incontenibile alle aule scolastiche, ma spero proprio che tu le sappia affrontare almeno serenamente. Persino con una certa carica di entusiasmo.

Parole chiave: Scuola (90), Mons. Giuseppe Zenti (309), Vescovo (371), Editoriale (377)

Carissimo/a amico/a,         
di qualunque età che stai per varcare le soglie della scuola! Auspico che il tuo stato d’animo non sia corrucciato come davanti a un evento increscioso inevitabile. Benché non si possa pretendere che tu, ancora immerso nel nirvana delle vacanze, acceda con spasimo e allegria incontenibile alle aule scolastiche, ma spero proprio che tu le sappia affrontare almeno serenamente. Persino con una certa carica di entusiasmo.
Non c’è dubbio che l’entusiasmo viene caricato anche dai docenti che sono appassionati, oltre che competenti, della loro disciplina e che sanno fartela amare come qualche cosa di appetibile e di molto utile a te. Ti auguro un intero corpo docenti di tal fibra.
Tuttavia, molto dipende anche da te e dal gruppo che formi con i tuoi compagni, nel quale i migliori segnano il passo della classe e creano l’aria che si respira, cioè quel clima culturale dove si eleva il tono dell’intera classe e la si rende idonea all’arte dell’apprendere con gioia.
Sarebbe interessante, e ti farebbe superare una certa noia che serpeggia radente in certe classi distratte e demotivate, che proprio la gioia dell’apprendere, cioè del far tuo il sapere, ti spingesse a farti tante domande. E a ricercarne con passione le risposte. Quelle vere. Quanto è importante la curiosità! Quella che non si appaga della superficie tipica degli slogan! Per esempio: che significa “alunno”, dal momento che tu sei classificato tra gli alunni? È un termine derivante dalla lingua latina che evoca simultaneamente il senso della crescita e del nutrimento. Potremmo dire: nutrirsi di cultura per crescere in umanità! Interessante, no? Tu sei un alunno che desidera nutrire la mente e le relazioni interpersonali, proprio per crescere al meglio di te.
Anzitutto, grazie alla scuola tu nutri la tua mente; essa ti permette di pensare, ragionare, intuire, interpretare, immaginare, fantasticare, ipotizzare, creare, analizzare, sintetizzare, architettare, interloquire, elaborare, discernere il vero dal falso…, memorizzare (a proposito: non affidare in tutto e per tutto la memoria ad internet: si atrofizza! Esercita ogni giorno la tua memoria, essa è più potente di qualunque computer). La scuola, in tutta la sua articolazione, ha il compito di abilitarla a compiere le sue peculiari funzioni strutturandola in modo organico, per fare di te essere un creativo; una persona che sa ricondurre in unità il sapere; una persona che cerca la bellezza della verità e se ne nutre. Un vero alunno! Fatto per la verità e la bellezza!  Una conoscenza che è anche frutto di simbiosi di mente e cuore: se ami ciò che studi, ciò che sei chiamato ad apprendere, riuscirai a conoscerlo più in profondità, secondo il detto: «Non c’è nulla che tanto si conosca quanto ciò che si ama!». Certo, i risultati sono frutto di impegno costante, di passione lungimirante e anche di una certa disciplina, mai delle briglie sciolte. Proprio come capita agli atleti. E tu sei un atleta della conoscenza della verità e della bellezza delle cose.
Infine, la scuola ti offre l’opportunità unica di creare rapporti di amicizia e di solidarietà cameratesca che durano una vita. Ti auguro di frequentare una classe dove il bullismo non trova cittadinanza, ma dove, grazie al buon senso – che è il senso della corresponsabilità di tutti, alunni e  corpo docente – si respira un’aria di fiducia e di stima reciproca, limpida e serena, che fa desiderare di ritornare a scuola anche il giorno dopo.

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