Mi ha molto colpito un’affermazione letta qualche tempo fa di cui non ricordo l’autore. Diceva: “In passato essere poveri era non possedere, non avere. In futuro sarà invece non appartenere. Per soccorrere il debole bisognerà, di conseguenza, collegarlo a delle reti”. Oggi le reti le abbiamo messe in piedi, ma troppa gente non appartiene ad alcuno...
L'approfondimento settimanale di Monsignor Bruno Fasani
Due scene mi prendono il cuore in questi giorni attraversati dalla fatica e dalla paura. La prima mi porta dentro le acque infide del Mediterraneo. Le informazioni, che peccano di difetto, ci dicono che quest’anno almeno 900 persone sono morte annegate nel tentativo di raggiungere le coste italiane...
Un amico, acuto e intelligente lettore, prende spunto da un mio editoriale apparso su queste pagine, per confidarmi un suo contributo di chiarezza. In risposta al pericolo che denunciavo di un nuovo fariseismo ipocrita...
È il 30 ottobre scorso. Nella cattedrale di Nizza entra un giovane tunisino di 21 anni. Al grido di Allah akbar (Allah è grande) decapita una fedele e sgozza altre due persone causandone la morte...
Siamo a Roma. Giardino Mario Moderni, quartiere Aurelio, a due passi da San Pietro. Nel parco giochi, dove i bambini vanno a trascorrere i loro momenti liberi, da giorni ha fatto la sua comparsa una scrofa di cinghiale con sei piccoli al seguito...
Forse ci vorrebbe un redivivo Totò per riscrivere La Livella in chiave 2020. Se nel 1964, data di pubblicazione della poesia, era la morte a pareggiare i conti tra marchesi e netturbini, di questi tempi è il Covid-19 a farci restare con i piedi per terra, impedendo orgogliose baldanze di superiorità...
La prima cosa che guardo quando incontro una persona è la bocca. Con un po’ di intuito e un po’ di esperienza capisci subito molte cose. Capisci se è disponibile a comunicare. Soprattutto ne intuisci lo stato d’animo. L’unica accortezza da tenere presente è non fidarsi di sorrisi troppo esibiti, che quasi sempre, più della felicità, esprimono la forzatura dentale dell’ipocrisia...
Da sempre, guardando al M5S, mi viene spontaneo associarlo al sogno di Nabucodonosor. Una metafora, che ai suoi tempi il saggio Daniele aveva interpretato, profetizzando la fine di quel regno...
La storia va in scena al liceo Socrate, alla Garbatella, in quel di Roma. È il primo giorno di scuola. I banchi annunciati dal ministro sono ancora immagazzinati nelle stanze delle sue promesse, cosicché ragazzi e ragazze se ne stanno appollaiati sulle sedie, senza nulla davanti. Ogni tanto ci scappa qualche mossa di accavallamento delle gambe, in quel gesto prevalentemente femminile, compromesso tra voglia di sgranchimento e tentativo di modificare la postura a lungo obbligata nella stessa posizione...
Ora Willy riposa finalmente in pace, quella pace che gli uomini non gli hanno garantito in questo mondo. Avvolto dalla commozione dell’Italia intera, dai pensieri riflessivi della coscienza collettiva, dall’amore silenzioso e composto dei suoi cari. I quali, da umili veri quali sono, non hanno scelto la piazza per dire il loro dolore o eventuali rivendicazioni...