Il Calciastorie
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Talvolta la sete gioca brutti scherzi

Non ti chiami Buffon o Donnarumma, e per i tuoi tifosi non sei un portiere, ma “il” portiere. Anche se giochi nella serie B tedesca e sei arrivato da poco più di un anno...

Parole chiave: Il Calciastorie (121), Lorenzo Galliani (56), Sport (139), Calcio (135)

Non ti chiami Buffon o Donnarumma, e per i tuoi tifosi non sei un portiere, ma “il” portiere. Anche se giochi nella serie B tedesca e sei arrivato da poco più di un anno. Però, cavolo, se lo ricordano tutti quel tuo gol di tacco (gol! E di tacco! E sei un portiere!). Mark Flekken difende i pali del Duisburg che quest’anno si gioca la possibilità di salire tra i grandi della Bundesliga, e certo che sfidare il Bayern Monaco o il Borussia Dortmund sarebbe fantastico. Per adesso (25 febbraio, storia recentissima) c’è l’Ingolstad, altra squadra che qualche sogno di promozione lo coltiva. Mark sta facendo bene, ha perfino parato un rigore nei primi minuti del match. La sua squadra sta vincendo 1-0. Anzi 2, perché il secondo gol arriva nel giro di un attimo. Si volta, Mark, e chissà che cosa pensa. Guarda forse verso i tifosi, penserà all’importanza di difendere il risultato, con la strada che appare già in discesa. Siamo bravi a lamentarci, al punto che spesso non facciamo neppure caso alle giornate che vanno via lisce – e ce ne sono! – senza contrattempi né intoppi. Cammina verso la propria porta e in una decina di secondi è lì. Si china e raccoglie la borraccia, Mark, tranquillo. Il pubblico rumoreggia, gli altoparlanti sparano a tutto volume il jingle che segue a ogni gol. Tra l’altro, con una vittoria si arriva dritti a 37 punti, continuando a lottare per il terzo posto (quello che garantisce uno spareggio-promozione). Il pubblico fa ancora rumore. Mark si gira e vede un attaccante avversario a mezzo metro dalla linea di porta, forse anche meno. Lui, il portiere, è invece in fondo alla rete, con la borraccia in mano, e fa in tempo solo a capire di essere stato il protagonista di una figuraccia. Cos’era successo lo capirà presto: l’arbitro aveva annullato la rete del Duisburg, e invece di una lenta ripresa del gioco con la palla a centrocampo, il portiere aveva rinviato. In pochi secondi – gli stessi serviti a Mark per raggiungere la borraccia – la difesa di casa era stata scavalcata e l’attaccante avversario si era trovato a far gol a porta vuota. Pensava di essere sul 2-0, Mark, invece si è ritrovato di colpo sul 1-1. La sua squadra vincerà comunque e a fine partita prometterà ai suoi tifosi: «Non metterò mai più una borraccia in porta». Mai perdere la concentrazione e voltare le spalle alla realtà: il rischio è quello di ritrovarsi presto con l’acqua alla gola.

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