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La “sparata” degli insegnanti con la pistola

Una 44 magnum per il professor Callaghan, così verrebbe da parodiare il titolo di un film cult degli anni ‘70 in cui un irriducibile ispettore di polizia, interpretato da Clint Eastwood, fa piazza pulita di quanti si mettono contro la legge...

Parole chiave: Pistole (1), Insegnanti (6), Editoriale (377), Stefano Origano (141), Trump (11)

Una 44 magnum per il professor Callaghan, così verrebbe da parodiare il titolo di un film cult degli anni ‘70 in cui un irriducibile ispettore di polizia, interpretato da Clint Eastwood, fa piazza pulita di quanti si mettono contro la legge, seppure imperfetta, quando apprendiamo la proposta shock del presidente americano Trump di garantire la sicurezza negli istituti scolastici americani armando gli insegnanti.
La questione della sicurezza e, altra faccia della medaglia, quella della diffusione di troppe armi, torna a galla ogniqualvolta si verifica una strage come l’ultima nel liceo di Parkland in Florida, dove un 19enne con un fucile da combattimento ha ucciso 17 studenti. Questa volta gli studenti stessi della scuola assaltata sono diventati promotori di manifestazioni molto ampie che hanno chiesto di rivedere la legislazione circa il possesso indiscriminato di armi da parte dei cittadini. Una loro delegazione è stata ricevuta alla Casa Bianca e il presidente stesso si è impegnato ad estendere i controlli sulla vendita delle armi, ma la soluzione del problema delle uccisioni – secondo lui – si otterrebbe facendo in modo che nessun istituto scolastico sia privo di una adeguata dotazione di armi e di personale ben addestrato.
Ma la scuola ha già le sue armi: si chiamano educazione, dialogo, confronto, inclusione; e ha già anche i suoi agenti speciali: insegnanti, educatori, personale scolastico. Mettiamoci per un istante nei panni di un ragazzo in età scolare: sapere che il tuo o la tua prof. dopo le lezioni si reca al poligono per esercitarsi con un revolver, trasmette senso di sicurezza e protezione o scatena l’idea che i problemi si risolvono solo con l’uso della forza estrema? In fondo si tratta si capire se siamo dell’idea che il male si vinca con un male maggiore da contrapporre, o con un segnale di segno opposto e cioè con un bene più grande. Mettiamoci anche nei panni di un insegnante che viene investito del ruolo di guardia armata, trasformato in un militare: come potrà essere veramente maestro, educatore, persona di cui avere fiducia perché insegna ad affrontare la vita cavando fuori dalle persone le qualità migliori?
Tutti noi abbiamo esperienza di insegnanti particolarmente severi, qualcuno aveva anche il “4 facile”; ma passare al prof. dal grilletto più veloce del west vuol dire fallire completamente la missione di una istituzione che, almeno da noi, dovrebbe puntare sulla forza delle idee e della prevenzione, non certo dei muscoli.

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