Condiscepoli di Agostino
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Lo Spirito Santo cementa le pietre vive del tempio di Dio

Agostino vede sempre in unità inscindibile lo Spirito Santo e la Chiesa, la Chiesa e lo Spirito Santo. Grazie allo Spirito Santo le pietre che formano la casa di Dio, il suo tempio spirituale, il suo Corpo mistico, la sua Chiesa, sono cementate tra di loro in una compagine dalla solidissima unità, favorita dall’amore fraterno, di cui la sopportazione è una delle prime manifestazioni: “Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, tutta la terra [...]

Agostino vede sempre in unità inscindibile lo Spirito Santo e la Chiesa, la Chiesa e lo Spirito Santo. Grazie allo Spirito Santo le pietre che formano la casa di Dio, il suo tempio spirituale, il suo Corpo mistico, la sua Chiesa, sono cementate tra di loro in una compagine dalla solidissima unità, favorita dall’amore fraterno, di cui la sopportazione è una delle prime manifestazioni: “Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, tutta la terra [...] l’amore stesso è una voce che sale a Dio. E proprio l’amore è il canto nuovo. Ascolta perché è il canto nuovo. Il Signore vi dice: «Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate l’un l’altro». Perciò tutta la terra è la casa di Dio [...], le pietre per la nuova costruzione, che si edifica dopo la schiavitù, sono così collegate e così la carità le stringe insieme in unità, che non vi è pietra su pietra, ma tutte le pietre sono una sola pietra. Non lasciatevi prendere dalla meraviglia: è opera del canto nuovo, cioè del rinnovamento della carità. Alla stessa costruzione ci riporta l’Apostolo dicendo: «Sopportandovi a vicenda nell’amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito, nel vincolo della pace’. Dove c’è l’unità dello Spirito, vi è una sola pietra; ma la sola è formata da molte. In che modo una sola pietra è formata da molte? Sopportandoci a vicenda nell’amore”.
Per evidenziare ulteriormente il medesimo concetto, alludendo ad una implicita immagine di Gesù stesso, Agostino paragona lo Spirito Santo al portinaio che introduce nel mistero della verità che è Cristo, ma solo nella misura del progresso del cristiano nella carità: “Lo Spirito Santo che il Signore ha promesso di mandare ai suoi discepoli per insegnare tutta la verità [...] Egli stesso anche oggi insegna ai fedeli le cose spirituali in proporzione della loro capacità. Ed accende il loro cuore con un desiderio maggiore, se ciascuno progredisce in quella carità con cui è in grado di amare le realtà conosciute e desiderare di conoscere quelle che deve conoscere”. In effetti, precisa Agostino, solo a chi di fatto sa amare, lo Spirito Santo fa percorrere la strada che conduce alla pienezza della verità, poiché solo ciò che si ama si può conoscere in maggiore profondità. Ancora una volta Agostino abbina carità e verità, mettendo in risalto il fatto che la verità ha nella carità il suo habitat: “Pertanto, carissimi, non aspettatevi di udire da noi le cose che allora il Signore non volle dire ai discepoli, poiché non erano ancora in grado di portarle. Piuttosto fate progressi nella ‘carità che è diffusa nei vostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che vi è stato dato, affinché con il fervore dello Spirito e con l’amore delle realtà spirituali, possiate conoscere la luce e la voce spirituale che gli uomini carnali non sono in grado di sostenere, non con qualche segno che appare agli occhi del corpo, né con qualche suono che viene percepito dalle orecchie del corpo, ma con una vista e con un udito interiore. Non si può infatti amare ciò che si ignora completamente. Ma quando si ama ciò che si conosce, almeno sotto qualche aspetto, viene così amato da essere conosciuto meglio e in maggior profondità. Se perciò progredite nella carità, che lo Spirito Santo ha effuso nei vostri cuori, egli vi insegnerà la verità tutta intera’ o, come riportano alcuni codici, ‘vi farà percorrere la strada che conduce alla pienezza della verità’. Per questo sta scritto: ‘Fammi percorrere, Signore la tua via, e camminerò nella tua verità’. Così voi non apprendete quelle verità che il Signore non volle rivelare allora da insegnanti che agiscono dall’esterno, ma siete tutti disponibili a lasciarvi ammaestrare da Dio”.
† Mons. Giuseppe Zenti
Vescovo di Verona

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