Condiscepoli di Agostino
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La storia e le idee dei donatisti

Perché Agostino si è appellato così assiduamente alle Sedi apostoliche? Fondamentalmente perché erano l’unico argomento che poteva far presa sui donatisti, diffusissimi in tutta l’Africa settentrionale e che costituivano una sorta di fondamentalismo del tempo, simili all’Isis. Per convincerli a far ritorno alla Chiesa cattolica, Agostino cercò di convincerli che solo la Chiesa cattolica era in piena comunione con le Sedi apostoliche e, di conseguenza, era la vera Chiesa di Cristo.

Perché Agostino si è appellato così assiduamente alle Sedi apostoliche? Fondamentalmente perché erano l’unico argomento che poteva far presa sui donatisti, diffusissimi in tutta l’Africa settentrionale e che costituivano una sorta di fondamentalismo del tempo, simili all’Isis. Per convincerli a far ritorno alla Chiesa cattolica, Agostino cercò di convincerli che solo la Chiesa cattolica era in piena comunione con le Sedi apostoliche e, di conseguenza, era la vera Chiesa di Cristo. Conviene conoscerne la storia e gli aspetti eretici dal punto di vista teologico.
I fatti che hanno provocato il donatismo: dopo la morte del vescovo di Cartagine, Mensurio, era stato eletto nell’anno 306 e consacrato vescovo da Felice di Aptungi, Ceciliano, accusato dai cristiani rigoristi di essere stato un traditore, di aver cioè consegnato i libri sacri per aver salva la vita durante la persecuzione di Diocleziano (anni 301-303). Poiché i rigoristi vedevano in Ceciliano un continuatore della politica remissiva di Mensurio nei riguardi dei “traditori”, ne disapprovarono l’elezione e fecero eleggere, nel 312, un antivescovo nella persona di Meggiorino. Questa setta dei puri sarà chiamata donatista dal loro vescovo Donato che successe a Meggiorino a Cartagine.
Morto Donato, gli successe Parmeniano. Quando Agostino giunse ad Ippona nel 391, i cattolici e i donatisti convivevano senza conflittualità particolarmente accentuate. Ma alcuni episodi contribuirono a rimettere in luce i problemi rimasti sotto la cenere e a far riemergere le tensioni. Nel 393 Agostino compose per i suoi fedeli il Salmo contro il partito di Donato, il primo scritto che, sia pure in toni delicati e persuasivi, mette in guardia i cattolici dai pericoli del donatismo.
Nel 400, Crispino, vescovo donatista di Calama, avendo acquistato un podere chiamato Mappalia, situato nei pressi di Ippona, ritenendo invalido il Battesimo conferito dai “traditori”, approfittò dell’occasione per ribattezzarli, imponendo loro quello che in termine tecnico fu definito il “rebattesimo” ai coloni cattolici, che in numero di 80 si sottomisero controvoglia. Di qui la forte reazione di Agostino. Pochi anni dopo, lo stesso Crispino fece oggetto di violenza il vescovo cattolico di Calama, Possidio. Condannato per questi atti di violenza a pagare una multa di 10 libbre d’oro, Crispino si appellò all’imperatore Onorio, il quale però riconfermò la sentenza. Anzi, Onorio, il 12 febbraio del 405, intervenne in forma drastica contro i donatisti, equiparandoli agli eretici. Instaurò un regime di unità obbligatoria per la durata di 5 anni. Ma nel frattempo i più violenti e irriducibili dei donatisti, i circoncellioni, con le loro bande armate provocarono gravi danni ai cattolici: gettavano calce viva negli occhi ai cattolici quando uscivano dalla chiesa; bruciavano i villaggi dei cattolici e quando questi scappavano di casa per salvarsi dal fuoco li uccidevano a colpi di spranghe di ferro. Erano dei sovversivi, un pericolo pubblico.
L’episodio più allucinante: un branco di circoncellioni aggredì un vescovo mentre stava celebrando la messa, colpendolo all’inguine con un pugnale. Il vescovo cadde a terra tramortito. Lo strascinarono fuori di chiesa. Lo lasciarono lì credendolo morto. I cattolici lo sollevarono sulle braccia. Diede segni di vita. I circoncellioni lo strapparono dalle loro braccia. Lo portarono su un’alta torre e lo buttarono giù, su un letamaio. Un cristiano di notte andò a fare i suoi bisogni sul letamaio. Vide il suo vescovo, ancora vivo. Se ne prese cura e avvisò Agostino che si appellò all’imperatore.
In tal clima fu convocata a Cartagine una conferenza nell’anno 411, sotto la presidenza del tribuno imperiale Marcellino. I donatisti furono giuridicamente sconfitti. Da quel momento molti di essi, sospinti dalle leggi imperiali, ma non pochi anche di loro spontanea volontà, si convertirono al cattolicesimo.
La dottrina donatista si può così riassumere: “La Chiesa è formata solo dai puri, dai non peccatori, dai non “traditori”, dal partito di Donato quindi; la validità dei sacramenti, in primo luogo del Battesimo, è condizionata dalla dignità del ministro”, mentre la Chiesa cattolica afferma che il sacramento è valido in sé, indipendentemente da chi lo celebra.

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