Condiscepoli di Agostino
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L’Anno Giubilare apre le porte nelle Chiese particolari

Con l’inizio del Giubileo straordinario della Misericordia, concludiamo la serie di interventi del vescovo Giuseppe sui temi dell’enciclica Laudato si’; da questo numero inizia la nuova rubrica Sui passi della Misericordia che ci accompagnerà durante tutto l’Anno Santo.

L’Anno Giubilare della Misericordia indetto da Papa Francesco ha già spalancato le porte della Chiesa universale con l’apertura della Porta Santa a San Pietro, l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata. E in questa domenica, 13 dicembre, vengono aperte le porte, dichiarate sante, delle Cattedrali.
Perché questa distinzione di data? Probabilmente per significare, anche visivamente e formalmente, che l’evento interessa la Chiesa universale, sotto la guida del Papa, il solo che ha il diritto di indire un Anno Giubilare. Ma poiché, secondo la dottrina del Concilio Vaticano II, la Chiesa universale è incarnata nelle Chiese particolari, o diocesi, a breve distanza di giorni, viene dichiarato aperto anche per le diocesi. Sicché, dopo aver condiviso l’evento di grazia con la Chiesa universale, senza mai perderne le tracce, si potrà viverne le risorse di grazie anche a livello territoriale.
È chiesa giubilare soltanto la Cattedrale? È vero che la Cattedrale ha un suo specifico significato, essendo la chiesa madre di tutte le chiese della diocesi, in quanto è la chiesa del vescovo successore degli apostoli, corresponsabile, con tutto il collegio dei vescovi sotto la guida del successore di Pietro, sia della propria diocesi sia della Chiesa universale. Tuttavia, volendo essere ancor più vicini alla gente, specialmente a chi non è agevole intraprendere viaggi di una certa fatica, si è pensato che la medesima esperienza possa essere consentita anche in santuari mariani che hanno una certa frequenza e che dispongono di un numero adeguato di confessori. Del resto, che cosa più di una autentica devozione a Maria, la Madre della Misericordia, può predisporre il nostro animo a lasciarsi raggiungere dalla Misericordia di Dio?
Una terza e, per il momento, ultima domanda: perché viene denominato Anno Giubilare? La sua origine risale a tempi lontani. E le sue radici non sono originariamente cristiane. Sono ebraiche. Si tratta di una iniziativa, ispirata da Dio, di altissimo valore religioso, con ricadute sociali; oppure, anche viceversa, si tratta di un evento di carattere sociale messo in atto da motivazioni religiose, anzi, di fede. Fede in Dio che ha dato i beni della terra a servizio di tutti. Fede in Dio che, proprio nella sua natura di Amore Misericordioso, condona i debiti degli uomini, espressi dai peccati, contratti nei suoi confronti, a chiunque manifesta fede sincera in Lui. Concretamente: ogni cinquantesimo anno (sette settimane di anni), tutte le terre degli Ebrei espropriate per indebitamento, ritornavano alla famiglia che le possedeva originariamente come segno della benedizione di Dio. Dando così la possibilità reale di un riscatto della propria dignità, umiliata e per certi versi schiavizzata dall’espropriazione. Viene definito “giubilare” in quanto l’inizio dell’Anno del riscatto, del condono, era annunciato dal suono dello “Jobel”, fatto di corno d’ariete. Solitamente vi si abbina il senso della gioia. Tant’è vero che il termine italiano giubilo evoca gioia, di cui è divenuto sinonimo. E la ragione è data appunto dal fatto della liberazione dai debiti contratti nei confronti dei creditori, che non può non ingenerare senso di gioia.
Certo, se la logica dell’Anno Giubilare fosse applicata oggi, a livello di globalizzazione, agli indebitamenti internazionali, specialmente quelli insolvibili di certi Stati, avremmo a disposizione l’uovo di Colombo per una società ad alta civiltà.

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