Condiscepoli di Agostino

stampa
Zenti mons. Giuseppe

Il tema fondamentale del libro ventesimo della Città di Dio è il giudizio di Dio, finale e universale, sull’essere di ogni uomo quale risulta, al termine della sua vita, dai suoi comportamenti e sull’intera storia dell’umanità.

In realtà, sottolinea Agostino, noi offriamo i nostri sacrifici “non perché Egli abbia bisogno di qualche cosa, ma perché conviene a noi essere suoi” (De civ. Dei, XIX, 23.5)

La pace è garantita dalle virtù cardinali. In particolare dalla giustizia. A tale proposito Agostino riprende il filo interrotto del suo secondo libro quando aveva riportato un pensiero di Cicerone espresso nel De Repubblica...

Dopo aver ancora una volta precisato che il diventare cristiani non comporta il rifiuto dei costumi precedenti, se non sono in contrasto con la fede cristiana, Agostino affronta in modo splendido il tema dei tre generi di vita...

Il servizio all’umanità dà più gioia che l’essere schiavi della libidine del dominare: “Dio volle che l’essere razionale fatto a sua immagine dominasse soltanto gli esseri irrazionali, non l’uomo sull’uomo, ma l’uomo sul bestiame” (De civ. Dei, XIX, 15)

Ed eccoci arrivati ad un testo splendido sulla pace. Nelle sfumature che Agostino sa trarre in riferimento ai vari soggetti della pace, un aforisma riassume in modo geniale il senso profondo della pace: l’ordinata concordia...

Agostino già ha introdotto e trattato ampiamente il tema della beatitudine. Vi affianca il tema della pace su cui spende parole illuminanti...

Agostino con i filosofi neoplatonici condivide il fatto che la vita del sapiente è per sua natura sociale (Cfr. De civ. Dei, XIX, 5). Ne è talmente convinto che si domanda che senso avrebbe avuto intraprendere un’opera come La città di Dio, “se la vita dei santi non fosse sociale” (Ivi).

Il libro diciannovesimo de La città di Dio è imperniato sul tema della pace, coniugato in tutte le sue svariate sfaccettature, e trattato con una profondità quale è difficile riscontrare in altri autori...