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Superpoteri e fragilità degli adolescenti

Il ragazzo invisibile
(Italia/Francia, 2014)
regia: Gabriele Salvatores
con: Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Christo Jivkov, Ksenia Rapport
durata: 100 min.
giudizio Cnvf: consigliabile/semplice

Parole chiave: Il ragazzo invisibile (2)
Superpoteri e fragilità degli adolescenti

Anche solo qualche anno fa sarebbe stato quasi del tutto impensabile poter assistere alla proiezione di un film di produzione italiana che avesse come tema portante, nello stesso tempo, la preadolescenza e i superpoteri. C’è qualche esempio, anche nelle filmografie di registi di parecchi anni fa, come l’eccezionale Mario Bava, che però dovevano sempre lavorare con mezzi ridottissimi, per non dire inesistenti. Ci è riuscito Gabriele Salvatores, il quale nei film più recenti non aveva dato il meglio di sé, ma che con Il ragazzo invisibile ci regala invece una piccola opera di notevole freschezza e di sicuro interesse.
In una Trieste dal vento perenne, va a scuola – nella realtà è un’università e si vede un pochino troppo – Michele Silenzi (Ludovico Girardello), figlio tredicenne di una poliziotta (Valeria Golino) che non ha mai conosciuto il padre, vittima designata dei bulli della sua classe e innamorato senza speranza della compagna Stella. Angariato una volta di più durante una festa di Carnevale, in occasione della quale indossa un improbabilissimo vestito da supereroe cinese, Michele esprime un desiderio comune alla quasi totalità dei suoi coetanei: «Voglio diventare invisibile!». Detto e fatto, il desiderio sarà esaudito, in modo del tutto inatteso e sorprendente, con annessi e connessi di vantaggi e rischi.
L’avventura di Michele coinvolgerà cattivissimi russi nostalgici della Guerra fredda, con tanto di sottomarino nucleare; tutti i suoi famigliari e anche i compagni di classe, bulli compresi, che avranno modo di ricredersi sia sul coetaneo che su se stessi.
Scritto da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo – con una estensione editoriale che l’ha trasformato anche in una graphic novel scritta da Diego Cajelli e disegnata da Giuseppe Camuncoli, Werther Dell’Edera e Alessandro Vitti – Il ragazzo invisibile è una bella storia, trattata con la giusta delicatezza, sulle fragilità dei preadolescenti e sui danni o sugli effetti positivi che possono avere sia i pari età che gli adulti.
Merito di Salvatores è aver tenuto sempre, forse anche sui set di ripresa e spesso si vede e sono i momenti migliori del film, un registro che sta a metà tra la drammatizzazione e il gioco. «Facciamo che io ero invisibile e tu eri mio nemico», sembrano dire i ragazzini mentre si impegnano sia nei combattimenti fisici che in quelli caratteriali.
Così, meglio di tanti articoli ponderosi e indigeribili, abbiamo davanti per poco più di un’ora e trenta minuti situazioni e caratteri che in famiglia e a scuola potremmo trovarci davanti, visibilissimi eppure spesso non visti, tutti i giorni.

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