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La stimolazione “dolce” e non invasiva per i parkinsoniani

Sabato 17 marzo, alle 10, i focus proposto dall’Unione Parkinsoniani Verona. L’associazione scaligera, presieduta da Gianluigi Veronesi, ha attivato da settembre un servizio di riabilitazione a domicilio per malati gravi

Parole chiave: Parkinson (9), Parkinsoniani (1)
La stimolazione “dolce” e non invasiva per i parkinsoniani

Stimolare in maniera non invasiva le parti di cervello che il Parkinson tende progressivamente a rallentare, donando beneficio ai malati, è possibile e non ha effetti collaterali. A spiegare come sarà la neurologa Francesca Cortese, dirigente medico dell’Ospedale Fracastoro di San Bonifacio, relatrice dell’incontro promosso sabato 17 marzo (dalle 10 alle 13) dall’Unione Parkinsoniani Verona presso la sala Barbarani di via Bertoni 4/6.
«Accanto alle tecniche di stimolazione invasiva, che prevedono l’impianto chirurgico di elettrodi di stimolazione nei nuclei cerebrali profondi, negli ultimi anni si sta diffondendo l’utilizzo sperimentale di tecniche di stimolazione non invasiva per il trattamento della malattia di Parkinson in combinazione con la terapia farmacologica», spiega. Sedute di stimolazione con campi magnetici o elettrici sono usate per modificare l’eccitabilità di alcune aree cerebrali e determinare il miglioramento clinico dei pazienti a breve-medio termine. Metodologie al vaglio della scienza, prosegue, «la cui efficacia servirebbe a migliorare alcuni aspetti motori e non motori in diverse patologie neurodegenerative cerebrali, tra cui la malattia di Parkinson. I risultati ottenuti sembrano promettenti, tuttavia sono necessari studi clinici più ampi, randomizzati e controllati per definire l’efficacia a medio-lungo termine di tali tecniche di neuromodulazione cerebrale».
Nella persona affetta da Parkinson la riabilitazione interviene dove la terapia farmacologica sintomatico-sostitutiva della dopamina, il mediatore chimico carente nel parkinsoniano, non risolve i sintomi cardine della patologia: il progressivo disturbo posturale responsabile di frequenti cadute, le difficoltà a camminare, la disfagia, l'ipofonia. Se attuati precocemente, sottolinea il presidente dell’Unione, Gianluigi Veronesi, «gli interventi riabilitativi rappresentano una risorsa nell'attenuare e ritardare le conseguenze della disabilità e la gravità dell'handicap». Da settembre l'Unione Parkinsoniani Verona ha avviato un progetto per dare ai pazienti un servizio di attività motoria riabilitativa domiciliare che si rivolge a malati in fase avanzata non più in grado di seguire attività motoria di gruppo nelle sedi dedicate.
Per informazioni, rivolgersi alla sede dell’Unione Parkinsoniani Verona che è aperta ogni martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30; chiamare i numeri 045.597351 e 340.3780097 oppure scrivere a upvr@libero.it.

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